Un’aula Biagi al completo, nella redazione centrale del nostro giornale in via Enrico Mattei 106 a Bologna… ha salutato la decima edizione (foto) del ‘Premio Marco Biagi (video) – il Resto del Carlino per la solidarietà sociale’. Trentasei le associazioni premiate, selezionate per i loro progetti solidali da una giuria presieduta dal direttore di Qn-il Resto del Carlino, Andrea Cangini (video) e composta da personalità di spicco delle nove città in cui è declinato il premio: Bologna, Modena, Ravenna, Reggio, Forlì, Rimini, Ferrara, Cesena, Imola.
Folto il parterre, composto dai rappresentanti delle ben 162 realtà culturali, sociali e di volontariato che hanno preso parte a questa edizione, poi dalle istituzioni politiche, amministrative, economiche e culturali: dai sindaci di Bologna e Cesena, Virginio Merola e Paolo Lucchi, al prefetto di Bologna, Ennio Mario Sodano, passando per la vicepresidente nazionale Pd e deputata Sandra Zampa, il consigliere regionale Giuseppe Paruolo e molti altri. In prima fila i familiari del giuslavoristabarbaramente ucciso dalle Nuove Br in via Valdonica, a Bologna, la sera del 19 marzo 2002: la moglie Marina Orlandi Biagi con il figlio Lorenzo, e la sorella Francesca con il figlio Giulio Venturi.
La cerimonia è cominciata con un minuto di silenzio in memoria di Biagi. «La sua colpa – ha ricordato Cangini in apertura – è stata quella di essere realista, in un’Italia che ai realisti da sempre guarda con sospetto. La bontà della sua visione è stata apprezzata troppo tardi».
Il direttore di Qn-il Resto del Carlino si ricollega quindi alla cronaca recente, e ai ripetuti attacchi alle lezioni del professore Angelo Panebianco, «cui non è seguito da parte del mondo accademico e istituzionale il giusto sdegno di chi pensa che sia inconcepibile che un gruppo di estremisti possa mettere a tacere una persona, solo perché non ne condivide le opinioni».
A questo scopo, chiude Cangini, «il nostro premio vuole fungere da monito e memento, per non ricadere nello stesso errore». Dopo le premiazioni dei vincitori, infine, l’intervento conclusivo è stato affidato all’economista e sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, Tommaso Nannicini (video), che ricorda l’opera di Biagi e si scaglia contro la classe politica dell’epoca, «senza coraggio» perché incapace di «assumersi la responsabilità di una riforma del mercato del lavoro». Del lavoro di Biagi, Nannicini quindi ha ricordato l’auspicio di «un’assunzione bipartisan sull’obiettivo di cambiare il mercato del lavoro, per superarne le rigidità e le iniquità».
Ma poi punge: «Dov’erano i riformisti di centrosinistra quando Biagi scriveva?», e prova a trarne un insegnamento («Se si ha troppa paura di fare i Don Chisciotte si finisce per fare i Don Abbondio») e un giudizio: «Ho il dubbio che quella del Libro bianco sia stata un’occasione persa dalla politica».
RIPRODUZIONE RISERVATA