La consegna: venerdì nella sede del Resto del Carlino con Giuseppe De Rita.Bologna, 12 marzo 2014 – Siamo all’ottava edizione del ‘Premio Marco Biagi-il Resto del Carlino per la Solidarietà Sociale’, che il nostro giornale ha ideato e istituito nel 2007 con il benestare e il favore della famiglia Biagi. La cerimonia — nel corso della quale saranno premiate le associazioni vincitrici — si tiene venerdì 14 marzo, alle 15, nella sede centrale del nostro giornale, in via Enrico Mattei 106, a Bologna. La relazione ufficiale sarà tenuta da Giuseppe De Rita, presidente del Censis. Per il governo Renzi sarà presente Gianluca Galetti, ministro dell’Ambiente. Durante questi anni, il Premio è rimasto fedele al duplice obiettivo di ricordare e onorare il professor Marco Biagi — giuslavorista e servitore dello Stato, nonché prestigioso collaboratore della nostra testata — vittima della follia omicida del terrorismo il 19 marzo 2002; e, nel suo nome, di dare un sostegno a quanti — in forma volontaria e senza scopo di lucro — si adoperano per l’assistenza di persone e categorie svantaggiate, con particolare attenzione ai giovani, alla loro formazione e al loro avviamento al lavoro. Giorno dopo giorno il Premio — che sin dalla prima edizione si è fregiato dall’Alto Patronato del Presidente della Repubblica — nato sulle pagine de il Resto del Carlino e sul portale www.ilrestodelcarlino.it, è cresciuto tra i cittadini e nelle istituzioni dei territori di Bologna, Cesena, Ferrara, Forlì, Imola, Modena, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini. Grazie ai contributi di singoli, enti, associazioni e aziende, il Resto del Carlino, nelle prime sette edizioni, ha elargito riconoscimenti per 327.000 euro a favore di quanti hanno operato per aiutare persone svantaggiate.
Per Luigi Montuschi — già ordinario di Diritto del Lavoro all’Università di Bologna, maestro di Marco Biagi — il ‘Premio Biagi’ rimane, negli anni, «un’iniziativa meritevole e importante per due motivi principali».
Quali?
«Prima di tutto, bisogna non dimenticare. E che i giovani sappiano che ci sono stati eroi che hanno sacrificato la vita per il Paese, in maniera disinteressata. Uno di questi è stato Marco Biagi».
Il secondo motivo?
«Bologna era la città di Marco. Il fatto che il giornale della città sia portavoce di questo ricordo è molto importante. E anche il ricordo fa sì che il sacrificio di Marco non sia stato vano».
Quale attualità hanno le idee di Biagi sul mercato del lavoro?
«Alcune idee e progetti di Marco Biagi, in parte realizzati anche dopo la sua morte, hanno ancora oggi un’importanza e una validità straordinarie».
Qual era l’obiettivo cui mirava il lavoro di Biagi?
«Su tutto, Marco stava sempre dalla parte dei deboli. La sua riforma non abbassava le tutele dei lavoratori, ma tendeva a stabilizzare i precari, a combattere in ogni modo possibile la precarietà».
Un tema di stretta attualità.
«Senza dubbio. A questo proposito ho proposto alla signora Biagi che parte degli scritti di Marco, ancora attualissimi, venga riproposta con una lettura critica. Sarebbe non solo un modo per tenere vivo il ricordo di Marco, ma anche di sottolineare il suo contributo obiettivo al progresso del Diritto del lavoro nel nostro Paese».
Lei dice sempre che Biagi guardava avanti.
«Marco navigava avanti. Sognava di riportare l’Italia in Europa e di modernizzare il Diritto del lavoro. Sognava un diritto ‘nuovo’, che non sottraesse tutele, né smantellasse lo statuto dei diritti dei lavoratori, senza sostituire alle vecchie regole altre non meno protettive e tutelanti gli interessi dei lavoratori. Quando rileggo qualche suo saggio o alcuni suoi articoli, mi rendo conto della portata del pensiero di Marco. Che, poche settimane prima di morire, si compiaceva per avere ‘superato le Colonne d’Ercole’ della sua navigazione».
Quali idee, secondo lei, sono ancora spendibili, a molti anni di distanza?
«Difficile scegliere… Penso al tema della partecipazione dei lavoratori, oggi al centro del dibattito della comunità scientifica. Il tentativo di superamento di una società basata sul conflitto. Era una delle cose che Marco avrebbe realizzato».
Trova qualcosa di Biagi nel Jobs Act di Matteo Renzi?
«È presto per esprimere giudizi… Sono abituato a giudicare i fatti. Di certo, se verrà mantenuta la promessa di una semplificazione delle regole del lavoro, di una modernizzazione, beh questo era uno dei sogni di Marco».
Spera in qualche novità decisiva?
«Spero, come tutti. Ma, per il momento, se ci sono delle novità sono ancora in qualche cassetto. Prima o poi usciranno fuori. Mi auguro che siano all’altezza del pensiero di Marco.
E soprattutto che siano strumenti che restituiscano dignità al lavoratore, che incidano a fondo sul dramma sociale della disoccupazione, giunta a livelli da incubo nel nostro Paese. Se così non sarà, quale speranza potremo dare ai giovani?».
Luca Orsi